Rivoluzionare le assunzioni

    Redazione Meta

    Negli ultimi anni il mondo del lavoro è drasticamente cambiato: nuovi lavori, diverse modalità, tempistiche di pensionamento più lunghe e spesso indefinite, difficoltà nel fare programmi a lungo termine, consapevolezza che le probabilità di lavorare per sempre nello stesso luogo siano sempre meno.

    L’articolo «Rethinking Recruitment» pubblicato da London Business School Review, propone un’importante riflessione su come i cambiamenti del mondo del lavoro abbiano modificato la percezione di sicurezza lavorativa e, al contempo, le modalità di assunzione e permanenza dei lavoratori.

    È necessario infatti cambiare le modalità di assunzione e mantenimento dei lavoratori secondo il nuovo concetto di sicurezza delle generazioni lavorative di oggi che sta nella fiducia di trovare un nuovo lavoro una volta terminato un contratto, consapevoli che il licenziamento è un approccio utilizzato di frequente dalle imprese per adeguare la capacità della forza lavoro alla domanda. L’idea di lavorare per sempre nella stessa azienda è spesso rifiutata anche dagli stessi lavoratori, che vedono invece il cambiamento di posti di lavoro come opportunità di crescita personale e professionale per favorire la loro carriera.

    Come approcciarsi quindi ai nuovi lavoratori e assumerli promettendo loro condizioni lavorative che si adeguano ai nuovi concetti di sicurezza e prospettive future?

    Come suggerito dalla London Business School, garantire ai lavoratori un contratto che contempli già delle buone condizioni di licenziamento è la strategia ottimale che meglio si adatta al mondo lavorativo di oggi, nonché modo più efficace per attirare i talenti che servono all’azienda. Far credere loro di aver più opzioni lavorative dopo aver lavorato in una determinata azienda è infatti il modo migliore per convincere i giovani talenti a candidarsi e proporsi all’azienda stessa.

    Gli step per ripensare le assunzioni

    1. Calcolare il tasso di apprezzamento delle risorse umane: come si trovano i lavoratori nella tua azienda? In caso di licenziamento, faticano a trovare un nuovo lavoro o il fatto di aver lavorato nella tua ditta li avvantaggia? È fondamentale per un imprenditore conoscere il livello della soddisfazione lavorativa tra i propri dipendenti, sapere se c’è un buon livello di sicurezza, di appagamento, di fiducia reciproca.
    2. Garantire un apprendimento continuo: i lavoratori di oggi hanno la necessità di apprendere continuamente per restare aggiornati con i cambiamenti del mercato e incrementare le loro conoscenze e competenze lavorative per essere più competitivi e performanti. Offrire alle persone la possibilità di rafforzare le loro conoscenze mediante corsi di aggiornamento, sfide stimolanti e lavoro di squadra con altre persone competenti è fondamentale al giorno d’oggi per attirare giovani talenti e formarne di nuovi.
    3. Coaching sul posto di lavoro: i manager devono essere dei coach in grado di motivare i lavoratori e fornire loro consigli utili su come migliorare le loro performance. Un leader deve essere un insegnante, una guida, una fonte d’ispirazione.
    4. Parlare di incrementi lavorativi in due anni: offrire benefits e opportunità di crescita in un arco di massimo due anni. Mostrare alle persone che possono raggiungere dei risultati in un breve arco temporale, evitando loro la pressione di vedere, ad esempio, piani di crescita e formazione lunghi cinque anni, al termine dei quali i lavoratori si sentono quasi obbligati a restare in azienda e dover restituire qualcosa.
    5. Offrire più opzioni: permettere agli individui di scegliere tra più opzioni ogni qualvolta si faccia un’offerta, dalle modalità di crescita e di apprendimento, alle promozioni.
    6. Dare dei punti distintivi: far sentire importanti e capaci i propri lavoratori è fondamentale. È utile quindi farli sentire come elementi importanti con potenzialità che gli permettono di distinguersi sul mercato.
    7. Costruire la loro reputazione: un manager deve far capire ai propri collaboratori che lavorare per la sua azienda li rende più appetibili per i recruiter del mondo del lavoro.
    8. Costruire la propria reputazione: un manager noto tra gli altri per essere in grado di formare dei talenti è sicuramente degno di nota. Un buon leader che sa relazionarsi con i propri collaboratori, formarli e ottenere da loro il meglio riflette le sue abilità sulla gestione dell’azienda, enfatizzando le sue capacità professionali.
    9. Arricchire la rete di conoscenze: i contatti con altre persone sono fondamentali nel mondo del lavoro di oggi. Consentire ai propri dipendenti di conoscere altre persone, di confrontarsi con loro, di imparare da loro li fa sentire parte viva del mercato.
    10. Fai le proposte di reclutamento: un buon manager sottolinea le possibilità di crescita e le opzioni che si apriranno negli anni a venire.
    11. Effetto boomerang: se si investe su un buon metodo di reclutamento e di rafforzamento del personale, saranno le persone stesse a ripagare l’azienda, non solo tramite il loro lavoro ma anche descrivendo altrove l’azienda come luogo di lavoro, di crescita e di alta formazione.

    Analizzando i cambiamenti del mondo del lavoro, una delle sfide che i manager devono affrontare oggi sta proprio nel reinventare il loro modo di reclutare futuri collaboratori, formarli e offrire loro una possibilità di crescita che li renda competitivi sul mercato e capaci di poter scegliere tra tante opzioni, dando loro quel nuovo senso fondamentale di sicurezza ricercata oggi: sapere di poter scegliere e di essere scelti.

    Fonte: Erickson, T. 2019. Rethinking recruitment, London Business School Review.